Centro Storico
Le porte della città
“Avigliana – scrive Norberto Rosa nelle sue memorie – era cinta di forti muraglie e contava parecchie porte. Di queste porte tre si sono distrutte a solo ricordo dello scrivente. La porta detta del Moro, adorna di pitture, che fu demolita intorno al 1815 perché vi potesse passare il Laocoonte che tornava di Francia con un piede slogato. La porta Sant’Agostino, adorna egualmente di pitture, che fu buttata giù da un sindaco intorno al 1830, per liberare il municipio dall’incomodo e dalla spesa di farla restaurare. E la porta delle Figlie che fu troppo facilmente abbattuta or fa pochi anni, sotto pretesto di allargare la via… che era larghissima!”
A queste andrebbero aggiunte la Porta Ferrata ormai ridotta, sul finire dell’ottocento, a un ammasso di ruderi definitivamente demoliti e asportati dalla via; la Porta Folla così chiamata dal meccanismo rotante a tornafolle, posta sulla attuale via Umberto I, lungo la cortina muraria; le porte che emergono dalla documentazione medievale – Porta de Torsach, Porta Bealis, Porta Giroudi, Porta Communitatis, Porta Nova – sempre di difficile identificazione e collocazione.
Assumono così appieno il loro valore di superstite documento storico-architettonico quelle ancora oggi esistenti: Porta San Pietro all’uscita dal borgo, con la sua muratura a mattoni e pietre coronata dalla merlatura ghibellina; Porta Ferronia detta anche Porta delle Braide perché dava sulla omonima regione, con la chiusura a ghigliottina; Porta di Santa Maria o di Via XX Settembre, abbellita da elementi decorativi in cotto dagli effetti chiaroscurali; Porta San Giovanni o di Via Garibaldi, con il sistema di chiusura a battenti, inglobata nel complesso edilizio trecentesco di Casa Riva, entrando dalla quale il viandante aveva immediata e sovrastante la visione della gotica facciata della chiesa parrocchiale del Borgo Nuovo.